Questo topic funge da raccolta di gdr e racconti della nostra amata Skerak e del manipolo di pirati che la abitano. Inizio riportando il gdr della nascita di Skerak. Qui potete postare i vostri racconti, leggende e aneddoti.
La fuga - parte 1
Ambientazione: Spes
Anno: 2801 d.F.
Protagonisti: Esteban Requiem, Josutòr Digres (detto Tre lenti)
Tema: La fuga da Spes
*GDR di Digre
La fuga - parte 2
Ambientazione: Spes
Anno: 2801 d.F.
Protagonisti: Esteban Requiem, Drake “Tèr” Vesan Tòrul.
Tema: Fuga da Spes e fondazione della repubblica pirata
Guardavo lo squallore in cui ero finito, io Esteban Rekuvem costretto a passare il resto della mia vita in una prigione, perché io?… da quando cercare di soffocare una viscida serpe è reato?! Questo mondo proprio non lo capisco, aggiunsi un altro graffio alla parete preparandomi a concludere un’altra squallida giornata. Lo straziante suono delle catene non mi faceva dormire, non saprei se definirlo meglio o peggio dei troppi lamenti di questi quattro scellerati, che non aspettano altro che andare alla forca. A volte il sole con il buon tempo riusciva ad illuminarmi la cella per almeno un ora.La fame si faceva sentire ogni giorno di più, il rancio era lì per terra, in una ciotola come se fossi stato lurido cane qualsiasi, se non avesse avuto sapore sarebbe stato più semplice da ingoiare questa sbobba, in tutti quei giorni che sono stato qua non ho mai capito quale fosse il suo contenuto; era una brodaglia di un rossastro spento la cui consistenza viscida e molle, mi ricordava molto la papaia e il pane ammuffito, mi costrinsi a mangiare nonostante tutto.
La notte era lunga e senza lo stomaco pieno è anche peggio,cercai di dormire un po in quello che doveva essere il mio letto di paglia marcia spesso condiviso con i miei escrementi. Ma il vociare di alcune persone non molto distante frantumò il mio “riposo”. Mi sollevai a fatica facendo forza sulle braccia e afferrandomi poi alle fredde sbarre issandomi su, cercando di capire cosa stesse succedendo la fuori. L’oscurità del luogo non mi aiutava, riuscivo solo a intravedere alcune ombre che si muovevano agitatamente. Scesi dalle sbarre e mi voltai verso la grata del cancello e lì un sorriso mi accolse era Drake “Tèr” Vesan Tòrul.
Mi condusse ad una nave “gentilmente offerta” dalle finanze di qualche malcapitato, l’equipaggio non era molto, qualche nuova faccia e qualche parassita di vecchia data, sette persone con precisione, togliemmo gli ormeggi in tutta fretta preparandoci a scappare verso casa mentre le nuvole rilasciavano tutte le loro lacrime, difficile dirsi se di gioia o di dolore, ma era tempesta!.
*GDR di meriadock90
La nascita di Skerak
Ambientazione: Skerak
Anno: 2801 d.F.
Protagonisti: Pirati di Skerak
Tema: Fondazione di Skerak
Tema: Nascita della repubblica
"Si dice che le leggende del mare siano il pane e l’acqua dei pirati, la loro ragione di vita, e al contempo la loro mania, la loro ossessione, la loro rovina. Sussurrate a mezza voce nell’angolo più oscuro di qualche bettola di un nuovo piano, illuminata solo da una candela consumata che getta la sua luce su un paio di bicchieri vuoti, le leggende si insinuano nella mente del pirata, se ne impadroniscono completamente, tanto che la sua vita e il suo destino rimangono intrecciati per sempre a quelle storie udite nel cuore di una notte di Bacal. "
La storia che vi racconterò oggi parla di un gruppo di mercenari, divenuti fratelli e in seguito pirati… Erano helyani, loro erano “Il Flagello helyano”. Manigoldi o poco più, in pochi mesi si erano impadroniti dei più aspri e insidiosi oceani di Jedur e Forgondur, accaparrandosi ricchezze maestose e beffando i regni nascenti di ogni terra. Temuti quanto la Staileiki, disprezzati quanto la fame ma al contempo rispettati come il primo dei condottieri. Questa è la storia di Skerak, la Repubblica Pirata.
[…]
<< Corpo di mille balene, vento in poppa! Yo oh oh!>> starnazzava Mezzanotte, impugnando una bottiglia di raka, in preda al solito raptus mattutino.
Quei “Flagelli” che per mesi terrorizzavano i primi commerci si trovavano ora dispersi in una nuova, vastissima e ignota dimora. Fuggire da Spes fu un impresa, ma sopravvivere sarebbe stato veramente incredibile, eppure quella grande ciurma di ubriaconi, ladri, teppisti e rinnegati era entusiasta delle nuove opportunità che quei mari limpidi poteva offrirgli.
<< Per tutti i Kraken del Jandur! Terra!>> Gridò il timoniere, stropicciandosi gli occhi increduli, di fatto erano ormai 6 mesi che quei vili uomini non vedevano terraferma.Subito si levò dall’imbarcazione un sonoro <<Ahoy!>>.
In quell’istante dalla stanza del capitano uscì un uomo di mezza età dalla barba folta e bruna, indossava una veste nobiliare stracciata e sporca di fuliggine. Al collo portava lo stemma degli imperatori del Firemain.
[…]
Ospiti di una bettola, punto di ritrovo di chi spengeva le proprie sofferenze nel rum. Di giorno in giorno altre navi attraccavano in quello che non era stato pensato ad un porto naturale per poter far attraccare così tante navi.
*GDR di SpyHunter
Furia Pirata
Ambientazione: Piccolo accampamento marittimo
Anno: 2802 d.F.
Protagonisti: Soldati spesiani
Tema: Sanguinosa scorribanda skerakiana ai danni di una piccola comunità costiera nata nel 2800 d.F.
L’oscurità della notte era ormai spezzata da un forte bagliore rossastro, l’aria era impregnata dall’odore acre di fumo e carne bruciata. La folta colonna di fumo si ergeva sovrastando quasi le stelle stesse, lingue di fuoco si innalzavano con frenetica foga per tutto il cielo. Non più la quiete veniva interrotta dai rumori della notte, ma nuovi suoni avevano fatto la loro comparsa: lo scoppiettar del fuoco e le urla di disperazione di chi stava venendo bruciato vivo. Il tutto durò fino alle prime luci del sole, di quello che un tempo era un villaggio ora restavano solo ceneri, rovine annerite dal fuoco e dal fumo, e un tumolo di cadaveri ed ossa carbonizzate. Al tronco d’un albero dei cadaveri pendevano dai rami, alcuni avevano un cappio al collo, altri dei vividi lividi causati sicuramente da qualche arma contundente, altri ancora avevano il ventre bruciato e squartato come se qualcosa avesse raschiato la carne stessa per trovare una via di fuga.
Erano decine i corpi appesi a quello che un tempo era un all’albero ricco di vita, ora solo la morte sbocciava dai suoi rami.
Riflettè Elik osservando il ponte scuro della sua nave appena comprata, frutto del lavoro sempre più abile dei carpentieri di Skerak.
“E pensare che se non fosse per gente come loro, con il coraggio di abbandonare la vita del mare e di prendere in mano un libro al posto che un’ascia, a quest’ora saremmo ancora su una zattera nobisiana a mangiare fieno e pesce per colazione. .”
Elik Sartrand era uno dei più giovani capitani della repubblica di Dalagon, appena venticinque anni e già al comando di una nave, con un equipaggio pronto a morire al suo fianco. Ottenere rispetto degli Skeraki per un figlio della terra non era semplice, soprattutto per uno come lui che preferiva studiare il funzionamento di un cannone piuttosto che vedere i danni che faceva alla chiglia di una nave nemica. Ma, seppure lentamente, la situazione stava cambiando e sempre più persone iniziavano a guardare con rispetto crescente coloro che riuscivano a costruire una casa che non crollava al vento, o che riuscivano a curare una ferita senza amputare ogni parte mobile del corpo.
La sua fortuna Elik l’aveva fatta proprio in quel modo, salvando la figlia di un membro del Consiglio dei Nove da una caduta da cavallo. Mentre le febbri e i dolori della piccola diminuivano, le sue ricchezze e la sua fama crescevano e iniziavano a eguagliare quella dei più conosciuti capitani del tempo.
Un grido rauco lo distolse dai suoi pensieri.
“Calamaro a tribordo! E’ un segno! Il mare ci guida!”
Nonostante Elik non avesse mai creduto alle superstizioni marine non riuscì a trattenere un sorriso guardando il calamaro, poco più grosso di una scialuppa e molto vicino alla superficie. Alcune vecchie leggende attribuivano ai calamari poteri mistici, vedendoli come rappresentazione perfetta del mare: apparentemente calmi e sinuosi, ma pieni di tentacoli come l’oceano è pieno di insidie, pronti ad afferrarti senza mai lasciare la presa.
Si staccò dal parapetto dirigendosi verso la sua cabina mentre l’equipaggio ancora festeggiava l’avvistamento.
“Capitano! Dovremmo essere ad Ardetia in un paio di giorni, tre al massimo.” Sentì dire dal suo cartografo poco prima di entrare nella cabina, rispose con un leggero cenno della testa.
Sebbene fosse stata pulita più volte fino in fondo l’odore del vomito permeava ancora la sua cabina, parzialmente coperto da dal profumo di erbe e spezie.
“Non avrei dovuto offrigli le mie stanze” Pensò Elik con rimorso “Saranno pure i più saggi tra gli abitanti di Skerak, ma per Draith! Pure un neonato saprebbe affrontare meglio le onde!”
“Capitano Sartrand, signore. Pare proprio che Lucis non sia adatto alla vita di mare.” Disse uno dei tre ospiti sorridendo e indicando con la testa un uomo di mezz’età piegato su un secchio.
“E’ da questa mattina che rimane in quell’angolo facendo versi disgustosi!” Aggiunse la donna che due giorni prima si era presentata come Mildre, esperta in geologia e volontaria insieme ad altre diciannove persone per quel viaggio.
Venti ospiti in totale, venti volontari tra architetti, letterati e insegnanti. Erano partiti da due giorni, quattro navi dal porto di Skerak.
Il capitano Jack Faz con la sua Fenice dei Mari portava due studiosi, che avevano preso alloggio nella stiva, vicino alle spezie che avrebbe venduto nel mercato di Ardetia. Mator Barul trasportava gli altri quindici sulla sua Pugno di Ferro, una delle navi più grosse della repubblica e forse l’unica capace di reggere il peso di Mator. La spedizione era chiusa da Urlo Freddo, l’ultima nave da centoquaranta uomini costruita nei cantieri di Dalagon, comandata da niente di meno che Dregg Facciablu: il leggendario capitano dei Leviatani, i soldati con le maschere di ferro. Scelti tra i migliori marinai e famosi in tutte le taverne per la loro abilità.
A Elik era stato proposto con due settimane di anticipo di unirsi alla spedizione, nonostante fosse molto giovane era stato scelto per le sue doti diplomatiche e per il suo interesse nelle scienze. La sua passione per le lingue lo aveva aiutato ulteriormente nella selezione; anche se sapeva benissimo che ad Artedia si parlava helyano tanto quanto a Skerak, e gli antenati comuni avrebbero reso il suo compito molto più semplice. Ovviamente gli era bastato molto meno di due settimane per accettare.
Lo scopo del viaggio era molto semplice: dovevano scortare i venti studiosi nella provincia di Ardetia, dove avrebbero avuto la possibilità di confrontarsi con decine e decine di loro colleghi, approfondendo quello che con decenni di trasgressione era andato perduto. La speranza era che, arricchiti da questo viaggio, avrebbero iniziato a diffondere maggiormente le loro conoscenze una volta tornati nelle isole di Skerak. La priorità della loro spedizione era però di natura più pratica ed Elik, giustamente, non si era sorpreso di vedere così tanti geologi e persino un artificiere nel gruppo.
Qualche mese prima erano infatti girate notizie tra i capitani della scoperta di un sistema di grotte sotterranee estese per gran parte della provincia. Alcune di essere erano già state utilizzate per ospitare gli alloggi e gli allenamenti di alcune divisione di Leviatani, ma più lontano le spedizioni si spingevano più cresceva il sospetto tra gli studiosi che il sistema potesse essere usato da nemici della repubblica per entrare nella città.
“Se c’è una cosa che non voglio perdermi per nulla al mondo è quando quegli artificieri faranno esplodere le prime caverne” pensò Elik, uscito nuovamente sul ponte della nave. “Non dubito che gli intellettuali di Ardetia si dimostreranno all’altezza, ho sentito grandi cose su di loro”
Una leggera brezza si era alzata, in lontananza le vele scarlatte della Fenice del Marevibravano col vento.
“Spero che saranno soddisfatti da come rispetteremo la nostra parte dell’accordo” pensò voltandosi verso la nave piena di Leviatani, sorridendo.
“Oh si che saranno soddisfatti. Ed è solo l’inizio…”
*GDR di Quertuiop