Dimitri Virsolavj faceva il suo turno di ronda sulla cima delle mura di Thorvil, immerso nella sua uniforme, scrutava il paesaggio innevato da sotto un pesante cappuccio foderato.
Da quando Skerak aveva dichiarato guerra, i turni si erano fatti più logoranti. Ogni movimento fuori dalle mura era sospetto, ogni movimento curioso o azione insolita era da riportare ad un superiore immediatamente.
Quella mattina era tutto calmo, la neve fioccava lenta e monotona, come sempre. Alle sue spalle si levavano i rumori della città nel fermento quotidiano mentre davanti a lui si estendevano le distese ghiacciate che circondavano Thorvil.
Ad un tratto vide, oltre il picco di una montagna, una cosa che ogni uomo di buon senso riterrebbe impossibile: Un tetto di legno scuro si stava muovendo dietro al crinale della montagna, rapidamente e senza un apparente sostegno.
Dimitri barcollo all' indietro quando, oltre al tetto di legno, vide tutto quello che lo seguiva.
Un enorme scafo solcava il cielo, come una nave ma più bombato.
Dove di solito sarebbero dovute esserci le vele c'era tutt'altro: Un piccolo complesso di edifici stava sul ponte di coperta, formato da un grosso edificio a poppa con tanti altri edifici più piccoli sotto.
Due torri svettavano nel cielo, osservando con la loro maestosità tutta la meravigliosa nave.
Solo una cosa, Dimitri, riconobbe di quella nave prodigiosa: I lunghi vessilli che pendevano dallo scafo. Metà blu e metà bianchi, al centro un grande pentagono contenente un occhio semichiuso.
Lo stemma dell' Ordine del Culto di Uhle, la bandiera di Lumvalos.
"Thorvil il vista, Maestro Teràs" La voce della vedetta usci da un tubo collegato ad un imbuto di metallo decorato con quarzo. Il Maestro dei Congegni Teràs si alzò dallo scranno di comando della Gloria di Uhle e impartì ordini in altri due imbuti simili posti al suo fianco.
Attorno a lui scorrazzavano SAcerdoti Ordinati intenti a manovrare leve e comandi, parlandosi con altri settori della enorme aeronave attraverso un sistema di tubi.
"Thorvil in vista, dritto davanti a noi. Inizio la decellerazione, regolare baglionucleo secondo la nuova altitudine di attracco." Abbaiò con voce roca il il Maestro Teràs alla sala macchine.
"Si Maestro" Rispose una voce più giovane dall' altro capo del tubo.
"Avvertite sua Santità che siamo arrivati. Tutti ai posti di manovra, attraccheremo sulle mura davanti a noi." Gridò Teràs a tutta l'equipaggio della Gloria di Uhle.
Dimitri intanto aveva già dato tre volte l'allarme.
Era corso strillando dal suo superiore che i Lumvalossiani li avevano traditi e stavano utilizzando un aeronave per distruggerli tutti.
Tutto quello che Dimitri ricevette dal suo ufficiale fu una risata in faccia e un bicchiere di Skebrù.
"Fai una pausa figliolo, tutto il freddo che hai preso ti ha ghiacciato il cervello. Aspettavamo i Lumvalossiani, non sapevamo come sarebbero arrivati. Sembra che abbiano utilizzato quella diavoleria che hanno creato qualche mese fa" Disse il burbero assestando una vigorosa pacca sulla spalla al giovane ansiamnte davanti a lui.
"Vado io ad accoglierli" Aggiunse aprendo la porticina della guardiola che dava sulle mura.
La Gloria di Uhle stava finendo le ultime manovre di attracco. Fluttuava parallela alle mura, correggendo l'altezza per permettere la corretta distensione del ponte di sbarco.
L'ufficiale e un manipolo di guardie si avvicinarono alla grande aeronave con passo svelto. L'aeronave, nonostante le raffiche di vento gelido e le vicinissime mura, riuscì ad attraccare con precisione ed effettuare lo sbarco in maniera eccellente.
Dall' aeronave uscirono una decina di persone, tutte vestite in modo abbastanza simile. Tonaca bianca con righe blu, occhio pentagonato sulla schiena e cappuccio tirato sulla testa. In mezzo al gruppeto svettavano 5 omoni, vestiti con pesanti corazze di quarzo candide. Rifiniture di lapis ornavano ogni pezzo dell' armatura. Nella mano destra impugnavano una lunga lancia, nella sinistra un pesante scudo a torre con l'occhio pentagonato inciso sopra.
Al loro centro c'erano due figure con una tonaca diversa da tute le altre. Uno era un anziano, un po ingobbito che si sorreggeva ad un elegante bastone a forma di lancia in quarzo, l'altra era una giovane pallida, con gli occhi verdi come smeraldi. Teneva i capelli raccolto in una treccia che usciva dal cappuccio adagiandosi sulla sua spalla.
"Gran Sacerdote Leotred, è un piacere averla qui. La aspettavamo ma non così presto e non così..."l'ufficiale diede un occhiata rapida all' enorme aeronave dietro al suo interlocutore "in grande stile..."
"Ho ritenuto che l'occasione necessitasse la maggiore celerità possibile, quindi ho optato per la soluzione più rapida."
Disse con voce roca il Gran Sacerdote. I soldati dietro di loro osservavano con stupore l'aeronave, mentre i Sacerdoti sbarcati fissavano funi e contrappesi alle mura di Thorvil.
"Non tema ufficiale, le operazioni di attracco non danneggeranno le vostre mura in alcun modo, ora se mi permette, vorrei incontrare il Presidente Stardel."
Disse Avernal con freddezza e rapidità al soldato davanti a lui. La morte di un sacerdote ordinato lo aveva preoccupato parecchio, era agitato e furioso dal momento del tragico evento.
"Sicuramente, venite, vi faccio strada fino al Pavlov"
Disse l'ufficiale iniziando ad incamminarsi verso la torre più vicina.
Inizio di una serie di GDR successivi alla dichiarazione di guerra. Stardel aspetto la tua risposta, se non va bene qualcosa, dimmi pure che la modifico.