Nome città: Nubjan, ufficialmente Libero Presidio Commerciale del Toreke Centrale
Governo:
democrazia con suffragio censitario
Dalla Carta costituente del Libero Presidio Commerciale del Toreke Centrale
La democrazia nubjàna è costituita da due parlamenti e un presidente:
- Il Boviltòr, che rappresenta tutti i cittadini, indipendentemente dal censo. Ha il potere di proporre le leggi, ma non è interpellato nella loro approvazione.
- Il Boviltordùr, diviso in due camere, la Mabòl Torùl, che rappresenta i cittadini che possiedono, in beni e liquidità, più di 50’000z, e la Mabòl Jenasùl, formata da un rappresentante di ciascun partito della città. La prima approva le leggi proposte dal Boviltòr, mentre la seconda dispone del diritto di veto, qualora più dei tre quarti dell’assemblea siano sfavorevoli alla legge, e della possibilità di proporre leggi direttamente al Jenletintòr, sempre qualora almeno i tre quarti dell’assemblea siano favorevoli.
- Il Jenletintòr, “capo” della città, che dispone del diritto di veto su qualunque legge quando questa ha superato ogni altro stadio. Rappresenta inoltre la città nei contesti internazionali e assume potere assoluto temporaneo (ad eccezione dello scioglimento dei parlamenti) in caso di emergenze, fino a quando non venga decretato dalle due assemble il termine della situazione. Garantisce inoltre il rispetto dei valori della Carta costituente di Nubjàn.
I membri del governo nubjàno vengono eletti periodicamente da tutta la cittadinanza. Tutte le votazioni eccetto quelle per la formazione del Mabòl Jenasùl sono regolate direttamente da questo documento.
Il peso dei voti è così diviso:
- Il voto di ogni cittadino per l’elezione dei membri del Boviltòr vale 1, indipendentemente da qualunque fattore.
- Il voto dei cittadini possidenti più di 50’000z vale 2 per l’elezione del Jenletintòr e dei membri della Mabòl Torùl.
- Il voto dei cittadini possidenti meno di 50’000z vale 0.5 per l’elezione del Jenletintòr. Non è loro possibile votare per l’elezione dei membri della Mabòl Torùl.
Le votazioni concernenti la formazione del Mabòl Jenasùl sono regolate dal singolo partito, ma devono attenersi in ogni caso ai seguenti criteri:
- È vietato negare a un cittadino l’iscrizione al partito senza motivo valido e giustificato. Qualora dovesse rendersi necessario, il Boviltòr giudicherà le ragioni che hanno portato all’esclusione del cittadino dal partito.
- Non è consentito al cittadino iscritto ad un partito di votare per il rappresentante di un partito diverso da quello di appartenenza. Allo stesso modo, non è consentito a un cittadino votare più volte per diversi o per uno stesso rappresentante di partito.
- La possibilità di votare un rappresentante va garantita a tutti i cittadini senza affiliazione partitica che non abbiano già votato un rappresentante di partito nella stessa elezione e a tutti i cittadini iscritti al proprio partito, pur con la possibilità di determinare internamente il peso del singolo voto di categorie di persone precedentemente stabilite.
Membri fondatori: Alheìn Bezhenet ((Alkiblue))
((Altri - siete ovviamente i benvenuti a collaborare, se interessati al progetto))
Motto cittadino: Erèm màla avanùn ("(La) Libertà ci guida")
((Zona: il centro del Toreke, leggermente spostati verso Spes))
Stile architettonico: razionalista e liberty (dettagli in commento successivo)
Immagini progetto piazza Espla
Palazzo dell’ESPLA
Galleria del Commercio
Spazio per negozi nella galleria del commercio; possibile eventuale estensione ed entrata su Supojaèl/Via Cielo (strada nord, accesso da dragoporto e veliporto)
Palazzo degli Uffici
Palazzo del Jenletintòr
Appartamento degli ospiti politici nel pal. del Jenletintòr
Progetto:
((L’idea è sostanzialmente quella di una città a forte vocazione economica che, per via della posizione geografica, possa essere anche un centro per i trasporti - soprattutto di merci - fra le città esistenti. Il liberismo prorompente poi la renderebbe facilmente il centro di un eventuale “mercato nero” che potrebbe venirsi a creare intorno a determinate merci, nonchè una sorta di “paradiso fiscale”. Idealmente mi piacerebbe anche organizzarci, se il progetto andrà in porto, una sorta di “expo” - non necessariamente permanente - per le città degli altri giocatori e ospitare, sempre con l’accordo degli interessati, eventuali istituzioni di ricerca, istruzione, etc.
Chiaramente, essendo da solo per il momento, si cercano altri che vogliano partecipare al progetto; come già detto sopra, dunque, sentitevi liberi, se interessati, di contattarmi con un commento o un messaggio qui sul forum))
Dalla Carta costituente del Libero Presidio Commerciale del Toreke Centrale
Il Libero Presidio Commerciale del Toreke Centrale si pone l’obiettivo di stabilirsi come un centro di libero scambio commerciale, culturale e di ogni altro tipo per l’interezza del Piano. In funzione di ciò si dichiara anzitutto neutrale rispetto a qualsivoglia conflitto che possa emergere e fortemente dedito alla promozione di ogni sorta di attività economica e produttiva; in tal senso garantisce ad ogni comunità e individuo del Piano la possibilità di usufruire degli spazi offerti dal Presidio per il commercio e rifiuta ogni ruolo regolatorio nei confronti delle suddette.
Considerato il ruolo fondamentale ricoperto dalla libertà individuale per il progredire della società umana, il Presidio si impegna a prendere in considerazione l’opinione di ogni votante e ad attuare le volontà della maggioranza, nonchè a favorire l’iniziativa privata in ogni sua declinazione con ogni mezzo disponibile.
GDR
Spes, di botto appare un uomo, ben vestito, con tessuti pregiati, colori sgargianti, gioielli e saccocce ai fianchi. Dietro di lui qualche cassa, qualche carretto, qualche barile. Un po’ per volta ne appaiono altri - tre, quattro, cinque, tutti portano qualcosa, qualche piccolo scrigno, qualche tenda, ancora casse, e carri, e carrozze, fino a che non si viene a creare quello che sembra poter essere un piccolo accampamento - molto disordinato, ma pur sempre un piccolo accampamento. Il primo uomo si mette a contare, controlla tutto quel che c’è, ha una lista e una penna riccamente decorata in mano, borbotta tra sè e sè: “Libri… sì, ci sono… Carrozze quante ne mancano? No, no, bene, son tutte. I gioielli…” - sembra interdetto - “chi ha preso i gioielli?”. Un altro di loro urla: “Io, io, son qua!”, l’altro gli fa un segno con le mani, poi annota qualche cosa e riattacca: “I quadri… ci sono. Le tende… eccole. Qualcuno ha visto Soren? Ah, eccolo, sì, bravo, bravo… hai tu i quadri? Ottimo.” Indaffarato com’è, non sembra accorgersi della folla di curiosi che pian piano si sta loro raccogliendo attorno, finché un’altra non glielo fa notare. Alza di scatto la testa e parte: “Buongiorno - anzi, scusate, buonasera, buonasera, signori! Volete qualche merce? Antichità? Un libro pregiato, un vestito, un mobile, un quadro, abbiam tutto! Il miglior mercato del Jandùr, signori, i migliori, sì! A proposito, che valuta s’usa mai, di grazia, qui? Ah, già, e… dove siamo?”. Più di qualcuno fra la folla è confuso - il bizzarro figuro se ne accorge e si presenta: “Ah, scusate, giusto, Alheìn Bezhenet, mercante di Karaldur. Questi sono i miei colleghi.” Non granchè confortati, alcuni fra la folla si fan coraggio e spiegano dove si trovano - Alheìn s’illumina, la conosce già Spes, ci abitava pure prima di attraversare il Portale. Si gira agli altri e gesticola, dice loro qualcosa e tutti incominciano ad aprire casse, a montare bancarelle, finchè non si fa avanti una guardia che li intima di fermarsi, dice che serve una licenza per gli ambulanti. Interviene Alheìn: “Oh, ci scusi, ci scusi davvero, signor gendarme, sa, siam di Spes, noi - quella a Karaldur, sa, i Piani, li avrà letti pure lei i libri, no? - ci perdoni, la prego, sa, la licenza vecchia, noi pensavamo… Credevamo ancora valesse… In effetti sì, ha ragione, ha ragione, che dire - dunque dov’è che si può avere, questa licenza? Agli uffici? Ottimo, ottimo, mi saprebbe indicare la strada? Grazie mille, grazie mille” - e finchè parla s’incammina - “arrivederla, grazie ancora, veramente” - poi urla: “Andate avanti, voialtri, torno subito, preparate - come non possiamo, signor gendarme? Va bene, va bene, d’accordo. - Fermi allora, fermi!”.
Passa qualche decina di minuti, dopodichè si vede l’uomo tornare, pare arrabbiato. Arriva dagli altri, dice qualche parola e iniziano a smontare in fretta tutto quel che avevano messo in piedi fino ad allora e caricarlo sui carretti. Ancora furioso, per la strada l’uomo si lamenta con i vicini: “Maledetti! Come ha mai da vivere un onesto mercante qui in mezzo! Ladri! Furfanti! Bah! Che storie, che storie, carissimi, che storie! Che dire! Gentaglia! S’ha da fare, sì, s’ha da fare un posto per vendere, fuori da qui, lontani dalle loro tasse maledette! Forza signori, su, più lesti, prima arriviamo prima apriamo, avanti, dai! Dai!”. Più di qualche passante, avendoli notati per l’anomalia della processione, dice di averli visti uscire per la porta ovest della città, in direzione dell’avamposto del Toreke dell’Ovest, a far chissà cosa…
(((Allego link al post per il reclutamento)))