Capitolo 2: Viaggio verso la Capitale
Nel pomeriggio il gruppo si mette in viaggio per la capitale, lungo il tragitto vengono attaccati da alcuni banditi, i quali tuttavia non rappresentano una seria minaccia, lasciando al gruppo la possibilità di continuare con il viaggio, giunti al piccolo villaggio di Demosio, gli eroi decidono dunque di pernottare alla locanda, ma per il resto della giornata decidono di dividersi, Gusio da solo gira per la cittadina, con l'intento di ottenere informazioni ma fallendo nel tentativo, incontrando solo un vecchio intento a guardare un cantiere e mentre si allontana i muratori stanchi dei commenti dell’uomo lo conducono all’interno del cantiere... Il resto del gruppo invece passa la sera in locanda.
La mattina seguente Gusio si sveglia e gira per la cittadina per fare delle ricerche, nei vari giri si ritrova nelle fogne nel tentativo di uscire dalla città non visto, qui incontra una ragazza di nome Xyleli, assieme percorrono le fogne uscendovi per poi separarsi, Gusio tuttavia si ritrova di fronte ad un precipizio di 20 m, nel tentare di scendere cade nel fiume, sopravvive alla caduta e incontra un pescatore al quale gli ruba pranzo, in seguito nel tentativo di seguire alcune tracce si ritrova in un bosco, dove viene attaccato da un cucciolo di lupo il quale grazie alla superiore agilità ha facile supremazia di Gusio, il suo corpo esanime viene recuperato da un’anziana signora che lo riporta al villaggio.
Il resto del gruppo viene svegliato da urla disperate, in strada una donna piange di fianco al corpo martoriato della figlia uccisa, il corpo orrendamente mutilato inducono il gruppo a cercare il colpevole, seguendo le tracce e tutti si inoltrano in una caverna che si rivela essere una tana di goblin, lo scontro che ne consegue miete vittime da ambo le parti, ma la peggio l’hanno i goblin che ritenuti colpevoli dell’orrendo omicidio non ottengono pietà da nessun membro del gruppo.
Con metà gruppo ferito ed incosciente, i superstiti esplorano il resto della tana, rivelando in una stanza nascosta piena di cadaveri rinchiusi in gabbie individuano Aela (la servitrice di Gusio creduta morta nel naufragio) che scambia soltanto un paio di parole prima di andarsene, reincontrano Gusio sopraggiunto nel frattempo, mentre nella stanza è presente anche un losco individuo che ignorando le domande del gruppo li attacca trasformando le sue braccia in due mazze.
Terminato lo scontro senza scoprire nulla dall’uomo, gli eroi trovano appunti su strani esperimenti condotti su Aela e sui molti cadaveri presenti sul luogo, e delle siringhe di tranquillante. Aiutati dai paesani il gruppo viene riportato al villaggio.
Durante la notte con il gruppo a riposo, si ritrovano tutti all’interno di un mondo onirico nel quale in un’oscura foresta circondata dall’oscurità, addentrandosi nella boscaglia vengono attaccati da 3 orsi d’ombra che non senza difficoltà vengono sconfitti, lungo il sentiero percepiscono la presenza inquietante di alcune ombre che sembrano osservarli, finchè non raggiungono un tempio in rovina con appena un arco ed una fontana, e due statue alte circa 15 m recanti la scritta “qui è dove tempo e spazio si congiungono” ad attendere il gruppo ci sono le ombre che in questo momento si palesano con l’aspetto a loro sconosciuto*, che individualmente si pongono dinnanzi ai vari eroi, dopo un breve scambio di battute, tra cui "Per sopravvivere devi sconfiggere il tuo passato” "siamo un anima sola in due corpi" le ombre improvvisamente uccidono gli eroi, allorchè vengono riportati davanti alle statue, dove queste ultime iniziano a muoversi e a prendere le forme di Xylely e Vyless, divinità del tempo e dello spazio, che impongono al gruppo la missione di scoprire cosa sta accadendo a loro e di fermare la minaccia incombente.
La mattina l’intero gruppo si risveglia in modo agitato, scoprendo che era effettivamente un sogno, anche se le ferite subite dagli orsi erano rimaste, pieni di domande e senza risposte, il gruppo cerca di mettere assieme gli indizi, ma all’ennesimo atteggiamento schivo e sospettoso di Gusio, esasperati da tale comportamento Tulgrok passa una corda a Shonin che lo lega ad una sedia, Gaia inizia a lanciare incantesimi di disintegrazione sulle sue gambe, mentre Shonin cerca di strappare informazioni, nonostante effettivamente Gusio non sappia nulla di più degli altri, l’irrispettoso comportamento porta il gruppo a non credergli ed ad infliggere maggiore dolore alla tortura, tra cui una secchiata di feci lanciate da Ran Rajan, finchè dopo l’ultimatum di Gaia e Shonin sull’immediata cessazione di qualsiasi segreto verso il gruppo, si decidono a liberarlo ed a proseguire il cammino verso la capitale.
Lungo la strada mentre attraversano un bosco, il gruppo viene colto di sorpresa da un gruppo di gnoll che riescono a sopraffare in poco tempo i guerrieri Shonin e Ran Rajan, e dopo un breve combattimento anche Tulgrok, lasciando i maghi da soli vengono seriamente feriti, solo l’intervento fortuito di un gruppo di soldati riesce a salvare il gruppo.
I soldati accorsi in aiuto si rivelano essere una pattuglia dei Cavalieri di Vilistra** della Legio I Destitutio Coeli del comandante Claudio Scipio Delerio il quale dopo aver curato gli eroi accetta di aiutarli nella loro missione di raggiungere la capitale.
Mentre sono in viaggio sulla carrozza del comandate, vengono raggiunti da due individui che agilmente eliminano il conducente e che fermando la carrozza si preparano al combattimento. Il primo è un combattente con una gemma incastonata in testa, mentre i lsecondo è un vampiro che ignora il gruppo ed ingaggia il comandante, sebbene emtrambi fossero sorpresi di vedere un Cavaliere di Vilistra con gli eroi, così l’intero gruppo inizia un cruento scontro con il secondo individuo che nonostante l’inferiorità numerica riesce agilmente a combattere uccidendo Roxanne, sebbene una volta che il suo compagno assieme al comandante precipitano nel torrente, si mette in fuga rubando un cavallo della carrozza. Subito dopo lo scontro il gruppo viene nuovamente riproiettato nel mondo onirico dove le due divinità consegnano loro la Gemmanima, un ottaedro contenente un liquido il quale ogni volta che la loro vita sta per finire viene svuotato, gli viene spiegato che qualora l’artefatto dovesse svuotarsi non c’è alcuna garanzia che il loro io non venga sostituito dalle ombre che in qualche maniera sono a loro collegate.
Una volta ripresi i sensi gli eroi trovano uno gnomo bardo di nome Devar vicino a loro, apparentemente confuso su come si trovi qui, dopo una veloce presentazione il gruppo capisce che anche lui è in qualche modo collegato alle ombre, e senza dirgli la reale motivazione del viaggio lo accolgono nel gruppo. Arrivano così al villaggio di Viadro dove è in atto una competizione di pesca, alla locanda decidono di riposarsi, riequipaggiarsi l’indomani e quindi prendere o un treno o una nave per raggiungere la capitale.
L’indomani alla locanda ritrovano il comandante che è sopravvissuto alla caduta, che accetta di aspettarli per la sera, durante il giorno il gruppo si divide per riequipaggiarsi, degno di nota l’acquisto di Gusio il quale alla ricerca di un oggetto magico che ne migliorasse l’agilità acquista un bracciale appartenuto al dio degli scherzi Garl Glittergold, il quale sebbene garantisca effettivamente il miglioramento richiesto trasforma Gusio in una donna formosa, causando forte ilarità al resto del gruppo che da quel momento decidono di chiamarla Gusia.
La sera alla locanda mentre l’oste dichiara come vincitore del torneo di pesca un arzillo vecchietto, il quale manda nel panico il comandante una volta che ne posa l’occhio, oltre alle domande di presentazione verso Devar, il comandante si separa dal gruppo unendosi ad un gruppo di soldati accorsi inspiegabilmente all’esterno della locanda per fare da scorta per l’anzioano vincitore, che all’insaputa di tutti è in realtà l’imperatore in persona, prima di congedarsi consiglia al gruppo di partire verso la città di Vennio in treno e da li proseguire direttamente verso la capitale.
Sul treno gli eroi fanno la conoscenza di una donna molto alta dai capelli bianchi ed occhi rossi dalla bellezza sovrumana, Shonin crede di averla già vista a bordo del battello e Gusia nuovamente ignorando il gurppo cerca di contattarla, ma scoperta da Devar e Shonin, la inseguono e anche loro si presentano alla donna, i maschi del gruppo e anche Gusia restano affascinati dalla sua bellezza, tra le varie cose lei consiglia di raggiugnere la capitale tramite traghetto e non col treno, per poter ammirare il porto all’alba.
A Vennio il gruppo tuttavia non accordandosi sul mezzo di trasporto e memori della passata esperienza decidono di dividersi, Shonin, Devar e Gusia prendono il traghetto, Tulgrok, Ran Rajan e Gaia prendono il treno. Mentre sul treno non succede niente di speciale, se non pagare il costoso biglietto, sul battello invece scoprono che il capitano è lo stesso del primo battello e cercando di parlarci per tutto il viaggio, riescono a bloccarlo con la forza solo una volta arrivata al porto, il quale messo ormai alle strette è costretto a confermare la sua conoscenza di Neala, ma avvisando allo stesso tempo gli eroi di non immischiarsi in forze molto più potenti di loro, chiudendo il discorso con la frase “Le creature della notte sono inquietanti”. Dopo di che sbarcano, e riunendosi col resto del gruppo decidono di alloggiare in una locanda.
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* Sono i personaggi interpretati dai giocatori nella precedente campagna.
** Corpo d’Elite dell’esercito imperiale, famoso per non aver mai subito una sola sconfitta lungo tutta la storia dell’impero.