L'assemblea era per lo più distratta, i membri disinteressati all'argomento. Ben poco si era detto, a parte qualche partecipante più informato, e oltre a qualche intervento più profondo si ci era iniziati a perdere nelle frasi di rito dopo pochi minuti.
Un giovane uomo poco sotto la trentina decise finalmente di alzarsi e prendere la parola. le labbra sottili, la pelle olivastra e gli zigomi importanti tradivano la sua antica discendenza. Il vestiario, con un fazzoletto con la bandiera rossa con la stella gialla, vecchio di quasi 100 anni e saldamente legato al braccio, sopra il vestito buono, ne dichiarava l'identità in maniera univoca.
Marazio Adegheiz, l'ultimo discendente degli Adegheiz ancora in vita, stava straordinariamente prendendo la parola.
"Compagni dell'Assemblea,
Mi rivolgo a voi prendendo per la prima volta parola in Assemblea e rompendo il silenzio politico nel quale la mia famiglia si è chiusa per più di 60 anni.
Ciò che la mia bisnonna chiese a mio nonno prima, ed a mio padre poi, fu di uscire dalle scene per lasciare che il popolo di Sant'Elio imparasse a trovare un equilibrio abbracciando l'ideale Modernista. Ciò non è successo.
La mia famiglia ha sempre seguito con attenzione gli sviluppi della politica e partecipato con il proprio voto e la propria opinione.
Mio nonno ha visto tradire gli ideali della rivoluzione per la quale la mia famiglia ha dato tutto, quando ci siamo alleati con i monarchici Denraki. Facemmo un compromesso, e tradimmo i nostri ideali. "È la nostra unica possibilità di salvezza", pensò mio nonno ai tempi. "Ci è stata data una grande opportunità" disse qualcuno dopo la guerra. "Abbiamo commesso un grave errore" dico oggi io.
Mio padre ha visto l'ideale Modernista, già tradito, venire infine pugnalato dall'inerzia politica e amministrativa della Repubblica. Ha visto la morte civile di questo Stato. Ha visto un povero vecchio disabile avere negata la possibilità di vivere una vita migliore dal nostro vergognoso sonno burocratico. Io ero ancora poco più che bambino, ma ricordo il volto di mio padre. La delusione nei suoi occhi, il tradimento nel suo cuore.
Io oggi sto guardando il Modernismo, infine, morire. Dopo essere stato tradito e pugnalato, stiamo vedendo il nostro ideale sanguinare a morte, unicamente a causa della nostra incapacità di agire. Davvero compagni e compagne, c'è qualche dubbio su da che parte stare?
Aralia era una tiranna, come tutti i Protettori di Spes. E se ora che si è liberato dalle grinfie della tirannia, il popolo chiede la rivoluzione, che Thor ci fulmini tutti se non andiamo a offrire tutto il nostro sostegno economico e militare a chi vuole creare un mondo migliore. Sotto l'egida del Modernismo, ovviamente.
Ragione per la quale propongo di incontrare i capi dell'ESPEDIL, valutare la loro fedeltà alla causa ed al benessere del popolo Spesiano e supportarli SENZA SE E SENZA MA.
Ricordo inoltre a tutti i presenti che la lotta armata è un diritto irrevocabile di qualsiasi popolo oppresso, come lo furono i nostri avi. Mi rivolgo a voi in particolare, Compagno Guillermo. Non si fanno compromessi per la rivoluzione."
Il giovane si sedette di nuovo, guardandosi intorno con un'aria seria e corruciata.